Giorgio Enrico Cavallo

Guerra in Ucraina, guardiamo in faccia la realtà

Una cosa è certa: quando questa guerra maledetta finirà, bisognerà dire la verità. La verità fa male, ma prima o poi viene a galla. Più tardi arriva, peggio è. Per ora, il “peggio” lo sta subendo il povero popolo ucraino, martoriato da un conflitto di intensità mai vista dall’epoca della seconda guerra mondiale (almeno, sul suolo europeo). Una guerra distruttiva. Chi ha modo di analizzarla non dai giornali ma dalle fonti più vicine ai due belligeranti (come posso fare io, masticando un po’ di russo) può rendersi conto del bagno di sangue che si sta consumando nelle trincee dell’Ucraina orientale. Qualcosa che, come europei, deve indignarci profondamente. Non perché i russi sono i cattivi e gli ucraini sono i buoni, come lo zuccherato mainstream ripete da un anno e mezzo a questa parte, ma perché i russi e gli ucraini muoiono. Muoiono dei ragazzi. Muoiono delle famiglie. E qui entra in gioco la verità. Perché se aprissimo gli occhi potremmo vederla, la verità. E la verità è che questa guerra è un carnaio, una voragine senza fine nella quale sono gettati i figli di due terre un tempo sorelle. Per di più, una guerra che l’Ucraina non può vincere. Credo che dirlo non sia altro che scoprire l’acqua calda, ma il mio cuore si indigna per i salamelecchi rivolti a Zelensky-eroe-di-guerra, che programmaticamente ha rifiutato qualsiasi trattativa con la Russia finché ci sarà Putin a comandarla. Quello Zelensky che sostiene che la guerra finirà soltanto con la riconquista di Crimea e Donbass. Con che mezzi potrà avvenire tutto ciò? Quanto sangue dovrà ancora scorrere? La domanda è vuota retorica, perché oltreoceano hanno destinato l’Ucraina ad essere teatro di una guerra per interposta persona con la Russia, ovviamente male assoluto da combattere. Ma la verità è che l’Ucraina non può vincere una guerra di questo tipo. A meno di non una improbabile implosione della Federazione Russa – nulla è impossibile, ma sicuramente è improbabile – la tanto sbandierata controffensiva ucraina si sta rivelando così inconcludente da impensierire gli alleati. Non che si possa poi fare chissà cosa, nelle condizioni in cui versa l’esercito ucraino, letteralmente mandato al macello.

All’estero, pare di capire, inizia a crescere un certo imbarazzo. Ma in Italia no. In Italia la gran parte dei nostri giornali, dimostrando uno spirito critico ammirevole – lo stesso della non remota epoca Covid, d’altronde – plaude alla riconquista ucraina. I nostri giornalisti annotano con solerzia i chilometri quadrati strappati ai russi. E giù paginate per Zelensky che le spara grosse. Da giornalista, provo immensa vergogna per il nostro sistema di informazione. Ma soprassediamo: quando ci risveglieremo – perché dovremo risvegliarci – scopriremo che era tutta mera propaganda. Contro noi stessi, oltretutto: la propaganda dei perdenti. Ormai da mesi dovremmo aver compreso che questa guerra non potrà mai finire con la riconquista della Crimea e del Donbass, a meno di non voler sacrificare l’intera popolazione ucraina. Al più, finirà con uno stallo, come con le due Coree. Per pietà verso l’Ucraina, credo che si debba aprire gli occhi. Credo si debba guardare in faccia la realtà e scoprire che la verità fa male, ma perseverare nella menzogna è peggio.

Bisogna rendersi conto della verità e farsene una ragione. Per pietà, per compassione verso due popoli splendidi – che personalmente ammiro e amo – che troppe ne hanno passate nel secolo scorso per dover sopportare ancora una calamità come questa. Calamità che è anche rappresentata dalla nostra indifferenza: ai tempi del Vietnam, l’opinione pubblica disse la sua. Si può oggi eccepire sui metodi del dissenso, ma è innegabile che vi fu un’opposizione alla guerra. Potrà mai avvenire qualcosa di analogo? Non finché continueremo a bearci che l’Ucraina, messa per come è messa ora, arriverà a Sebastopoli. Continuate a vivere nel mondo dei sogni significa soltanto continuare a mietere vittime.